Nel 2006 e nel 2008 il Parco fluviale Gesso e Stura ha ricreato lo scenario ideale per la rievocazione storica di un assedio subito dalla città.
Rivivere un passato più o meno remoto è un’operazione affascinante quanto spesso azzardata, che mescola largamente sogno, fantasia, divertimento e una dose tutt’altro che piccola di retorica (di preferenza romantica) con porzioni purtroppo sempre molto inferiori di rigore storico. In una parola si gioca, e, a giudicare dalla frequenza del tema, si gioca soprattutto «al Medioevo».
Nell’aprile del 2006 venne infatti ricostruita, nell’austera cornice gotica della chiesa di S. Francesco, sede del Museo Civico, la «vestizione» di un cavaliere, cioè la cerimonia, ricca di significati simbolici e allegorici, con la quale nel Medioevo un guerriero riceveva le armi ed era accolto tra i fratelli d’arme; la rievocazione, dal titolo «La Spada e la Rosa», era stata elaborata in base a un lavoro di ricerca condotto su autentici testi, storici e letterari, del XIII-XIV secolo.
Il vivo successo ottenuto da quel primo tentativo presso un pubblico dimostratosi ricettivo e partecipe ha incoraggiato un nuovo, più ambizioso esperimento nel maggio 2008: ricostruire un banchetto trecentesco, coinvolgendo direttamente il pubblico di oggi non solo come semplice spettatore ma come protagonista di un significativo momento della vita e della civiltà medievali. La scelta di cibi e bevande, e, fattore di non minore importanza, del modo di servirli, è stata operata anche questa volta su testi rigorosamente dell’epoca, in modo da rispecchiare, nei limiti del possibile, non solo l’alimentazione del Trecento ma anche i suoi significati simbolici. Come avveniva in quel tempo, la convivialità del banchetto verrà accentuata dall’intrattenimento a opera di giullari, saltimbanchi, musici che lo allieteranno con scherzi, giochi e i suoni di strumenti capaci di far riudire melodie e voci dimenticate da secoli.
Come già nel caso di «La Spada e la Rosa», ricerche, elaborazione e realizzazione dell’esperienza sono state curate dai gruppi di ricostruzione storica «L’Arc», «Compagnia di S. Uberto» e «Vita Antiqua». Gli stessi appassionati sono stati protagonisti, a fianco di numerose altre formazioni, della ricostruzione di una battaglia rievocante, a grandi linee, un episodio della storia di Cuneo avvenuto il 17 aprile 1363, quando una banda di mercenari inglesi (in realtà, oltre che inglesi anche gallesi, bretoni, guasconi, fiamminghi), giunta dalla Provenza in seguito a una tregua dell’interminabile Guerra dei Cento Anni in Francia, dopo essersi impadronita, fortificandolo, del vicino villaggio di Castelletto Stura, lanciò contro Cuneo un’incursione a scopo di saccheggio e razzia. I cuneesi tuttavia respinsero gli assalitori catturando anche un centinaio di prigionieri; quindi, con l’aiuto delle forze savoiarde di Amedeo VI di Savoia, il «Conte Verde», scacciarono gli inglesi da Castelletto Stura, che venne distrutto.
La rievocazione di questo poco noto momento di storia cittadina han fornito la possibilità di visitare l’accampamento di un esercito medievale, e quindi di assistere a uno scontro campale con l’intervento di cavalieri, fanti, arcieri e balestrieri, che hanno assicurato agli spettatori uno spettacolo inconsueto quanto emozionante, rappresentando con realismo le tecniche di combattimento del XIV secolo. Si sono schierati e affrontati in campo aperto varie decine di uomini d’arme, arcieri e balestrieri dei gruppi storici «L’Arc», «Anno Domini 1260», «Compagnia di S.Uberto», «Compagnia Bianca», «Compania de le Quatr’Arme», «Compagnia di Chiaravalle», «Confraternita del Dragone», «Liliumlyra», «Nespolo Giullare», «Paleoworking Delegazione di Cuneo», «Pobal ap Vaud», «Rievocando Fruttuaria», «Sagitta Barbarica», «Sagitta Historica», «Real Italiano», «Sine mellus vel corona», «Vita Antiqua», provenienti da Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Liguria.
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