“Il fiume sotto casa” è il titolo del film-documentario prodotto nel 2010 dal Comune di Cuneo e realizzato dallo studio Feliz di Cuneo, con la regia di Elena Valsania, fotografia di Christian Grappiolo e musiche di Patrizio Barontini. Nata dal progetto di raccolta di testimonianze sulla memoria legata al torrente Gesso e al fiume Stura avviato nel 2007 dal Parco fluviale Gesso e Stura, l’opera integra foto e filmati d’epoca con riprese originali, raccontando come è cambiata la vita sul greto dalla prima metà del secolo scorso fino a oggi.
Le riprese del film, realizzate nel corso degli ultimi tre anni, illustrano le trasformazioni del paesaggio lungo lo scorrere delle stagioni – le piene che sradicano gli alberi, le distese di pietre estive quando il torrente è in secca, la grande nevicata dello scorso anno, la campagna che si risveglia in primavera e dà i suoi frutti in estate – ma, soprattutto, raccolgono ricordi e sentimenti di coloro che sui corsi d’acqua della città sono nati e cresciuti, stabilendo con essi un rapporto che oggi, scomparsi molti lavori e finiti gite domenicali e bagni estivi, appare quasi difficile da comprendere.
Storie di incogniti “cartunè”, “pianchè” e bialerai (1) , di bagni “alle lame” e incontri alla piramide (2) ; storie di amore e disamore per uno spazio che un tempo faceva parte effettiva della vita cittadina e che negli anni del boom economico fu di colpo abbandonato, per essere oggi nuovamente riscoperto e frequentato, anche grazie ai progetti di riqualificazione intrapresi dal Parco fluviale Gesso e Stura. Racconti che attestano altresì il fascino che da sempre la natura e nel caso specifico i corsi d’acqua esercitano su chi sa soffermarsi a osservarli e coglierne spunti sempre nuovi, così come spiega lo scultore Michel Pellegrino, che vive sul Gesso da quando era bambino. Le parole di quest’ultimo si alternano a quelle degli altri intervistati, divenendo il filo conduttore del documentario e descrivendo con semplicità, saggezza e ironia ciò che per l’artista e probabilmente per tante altre persone è ancora oggi il fiume: fonte di ispirazione, luogo di quotidiane scoperte e spazio di libertà.
“Il fiume sotto casa” ha partecipato con successo al 58° Trento Film festival, la prestigiosa rassegna internazionale dedicata al cinema che racconta la montagna, il rapporto tra l’uomo e la natura, la quotidianità di chi, in ogni angolo del pianeta, vive e lavora nelle terre alte o sperimenta avventure estreme. È stato selezionato, inoltre, al Marcarolo Film Festival, la terza edizione della rassegna cinematografica a tematica ambientale organizzata dal Parco naturale Capanne di Marcarolo e dall’Ecomuseo di Cascina Moglioni, che si svolge nel territorio della montagna di Marcarolo e nella città di Gavi; lo stesso concorrerà, in una versione ridotta di trenta minuti, nell’ambito della settima edizione del videoconcorso “Parchi in Campo”.
Note:
(1). I cartunè, fino a qualche decennio fa, erano dediti alla vendita di cartone in città, mentre i pianchè costruivano pedancole in legno per attraversare i corsi d’acqua (sono note, ad esempio, la pianca costruita sul Gesso, per collegare il santuario degli Angeli di Cuneo a quello della Mellana di Boves, e quella innalzata sullo Stura, per collegare le Basse di Stura alla Basse di Sant’Anna), facendo pagare un pedaggio a coloro che le attraversavano per ripagare le spese del materiale e della manodopera impiegati. I bialerai si occupavano e si occupano tuttora della cura dei canali irrigui.
(2). Un argine lungo il Gesso, i cui resti sono ancora oggi parzialmente visibili, che per la sua forma veniva definito appunto “la piramide” e che rappresentava un punto di ritrovo per i giovani che si divertivano sul greto e nelle acque del torrente.